Kyniskos from Mantinea (the boy-boxer) __________________________________________________________________________
L'archeologia è la
"macchina del tempo", l'archeologo è il "viaggiatore". E'
una sorta di poliziotto, infatti, come un investigatore che, esamina la scena
di un crimine, l'archeologo indaga la "linea del Tempo". Come un moderno
poliziotto, raccoglie ogni elemento, anche quello che all'occhio inesperto
potrebbe sembrare insignificante. Come il poliziotto cerca di ricostruire il
contesto in cui è avvenuto il delitto e gli ultimi istanti di vita della
vittima, anche l'archeologo cerca di ricostruire tutte le fasi di vita di un
insediamento prima del definitivo abbandono. Tutte le informazioni raccolte
durante un'indagine archeologica consentono di ricostruire l'attività antropica
e la storia di un sito. Questi sono i criteri usati nelle due campagne di scavi
archeologici ai Casalini, del 2001 e del 2003, condotti dal Dip. di Archeologia
dell'UniCal. Secondo la tradizione letteraria locale, i Casalini sarebbero da
identificare con la città greca di Artemisia, dove sarebbe stata rinvenuta la
famosa scure-martello di Kymiskos. Ma, gli scavi archeologici smentiscono
categoricamente queste ipotesi in quanto non è emerso nessun indizio che faccia
pensare ad una frequentazione del sito in età greca. Le strutture murarie
risalgono, invece all'età bizantina, IX-X sec. d.C. Tuttavia, le prime tracce
di frequentazione dell'area risalgono all'età preistorica, collocabili tra
l'VIII-VII millennio a.C. Durante la campagna di
scavi del 2001 è stato rinvenuto il battuto pavimentale di una capanna e
numerosi frammenti ceramici databili con certezza a quel periodo. L'abitato
preistorico venne abbandonato intorno all'età del Ferro Medio e Recente, X-VIII
sec. a.C. Nel 2003 è stata
condotta una nuova campagna di scavi archeologici nel settore Sud-Est del sito che
ha fornito nuovi ed importanti dati per la ricostruzione delle fasi di vita
dell'antico abitato. E' stato riportato alla luce un tratto di muro di cinta di
cui non se ne conosceva l'esistenza, databile al VI-VII sec. d.C. Ciò sta ad
indicare che l'abitato dei Casalini riprende già a partire dell'età
tardo-antica e alto-medievale e si estendeva su un'area molto più vasta di
quello che si pensava. A breve distanza della prima cortina muraria è stata
rinvenuta e parzialmente scavata una cisterna per l'approvvigionamento idrico che
serviva a resistere ad eventuali assedi nemici. Intorno al X secolo viene
potenziato l'impianto difensivo dell'acropoli, cioè il cuore della cittadella,
dove risiedeva il comandante militare bizantino con il suo presidio armato e il
clero: la seconda cortina muraria viene munita di torri quadrate a tre piani e
di una porta a tenaglia, cioè, un ingresso fortificato. L'ultima fase di
frequentazione delle città-fortezza dei Casalini risale al XIV secolo perchè
non esistono dati archeologici che facciano pensare ad una frequentazione
successiva a quel periodo. Fino a pochi anni fa si
riteneva che il centro abitato di San Sosti fosse molto recente, la letteratura
locale, priva di ogni fondamento scientifico, ne faceva risalire la fondazione
al XVI secolo, ad opera di profughi albanesi. Ma le nuove scoperte
archeologiche non solo hanno ribaltato queste tesi fantasiose, ma hanno
stabilito una cronologia insediativa completa. Citiamo alcuni di questi
rinvenimenti: gli scavi archeologici condotti all'interno della Chiesa del
Carmine nel 2004 hanno attestato con certezza che le prime tracce di
frequentazione umana risalgono all'età protostorica, cioè al XII-X secolo a.C.
Abbiamo rinvenuto una cospicua porzione del battuto di una capanna protostorica
e diversi frammenti di ceramica acroma e dipinta che risalgono a quel periodo.
Questa ceramica trovo confronto con quella di Torre del Mordillo, nel Comune di
Spezzano Albanese e con quella di Francavilla Marittima. Ciò significa che
l'abitato protostorico di San Sosti rivestiva una certa importanza,
socio-politica tanto da intrattenere rapporti con i grandi abitati della costa ionica. L'antico
abitato particolarmente fiorente in età greca attestato dal rinvenimento di
numerosi reperti come un cospicuo frammento di uno Skyphos attico a figure nere
della prima metà del V sec. a.C. cioè, una coppa per bere il vino, proveniente
dall'Attica, precisamente dall'area d'influenza ateniese. Ma il rinvenimento
più importante è avvenuto sul lato sinistro del presbiterio: qui è stato riportato
alla luce un muro a secco al cui livello di fondazione abbiamo rinvenuto tre
fosse votive, di cui una ancora integra. Si tratta di quello che rimane di un
piccolo santuario urbano dedicato ad una divinità femminile. Era usanza presso
i greci scavare delle buche nel terreno in prossimità del sacro temenos, cioè
il recinto sacro del tempio, dove venivano riposte le offerte votive alle
divinità. Da qui proviene una grande quantità di mico-ceramica votiva e
frammenti di sculture di divinità femminili stanti e in trono. particolarmente
significativi sono la testina della dea Athena promakos, tre frammenti di
divinità femminili in trono e una cospicua porzione di una statuetta maschile,
nuda e stante da identificare con Apollo. Questi reperti risalgono ai primi
anni del V sec. a.C. Un altro rinvenimento
di straordinaria importanza è avvenuto in modo del tutto casuale in Via Cavour,
a poche metri di distanza dalla chiesa del Carmine. Durante i lavori di
restauro e consolidamento della sua abitazione, il sig. Romolo Vito ha
rinvenuto una notevole quantità di reperti archeologici, che sono stati
consegnati all'ufficio territoriale della Sovrintendenza di Sibari. Il reperto
più antico è il frammento di un unguentario risalente al IV-III sec. a.C.
Particolarmente interessante è un Sestertio dell'imperatore Vitellio del 69
d.C. Nel corso dei lavori di
restauro della pavimentazione in via Prato, detta "u suppuartu" è
stato distrutto un altro importante contesto archeologico: sotto il basolato
tardo-medievale si conservava ancora un tratto del basolato di età romana, dai
materiali di sterro sono stati raccolti e consegnati all'ufficio territoriale
della Sovrintendenza parte di una grossa anfora da trasporto romana del tipo
Dressel L1, databile al II-I sec. d.C. e numerosi frammenti di ceramica acroma
e frammenti di coppe e scodelle in sigillata, finemente ornati. Sulla scorta di tutti
questi elementi si può tranquillamente affermare che l'area dove attualmente
sorge il centro storico di San Sosti è stata interessata da insediamenti umani
sin dall'età protostorica. Ciò apre inedite prospettive di ricerca
sull'ubicazione della città di Artemisia e sul luogo di rinvenimento della
famosa scure martello di Kyniskos. Archaeology is the "time machine", the archaeologist is the
"traveler". It
'a kind of policeman, in fact, as an investigator, examines the scene of a
crime, the archaeologist investigates the "line of Time." As
a modern policeman collects every element, even one that may seem insignificant
to the untrained eye. As
the policeman tries to reconstruct the context in which the crime took place
and the last moments of life of the victim, also an archaeologist trying to
reconstruct all the life stages of a settlement before the final abandonment. All
information collected during an archaeological investigation allow to
reconstruct human activity and history of a site. These
are the criteria used in the two campaigns of archaeological excavations at
Casalini, 2001 and 2003, conducted by the Department of Archaeology
dell'Unical. According
to the local literary tradition, the Casalini would be identified with the
Greek city of Artemisia, where she would be found the famous ax-hammer
Kymiskos. But,
the archaeological excavations categorically deny these hypotheses in as there
was no suggestion that any clue that the site was in Greek. The
walls date back to the Byzantine era instead, IX-X century. A.D. However,
the first traces of the area date back to the prehistoric age, dated between
the eighth-seventh millennium BC. During the excavations of 2001 was found
beaten the pavement of a hut and numerous fragments of pottery dated with
certainty to this period. The
prehistoric settlement was abandoned around Middle and Late Iron Age, X-eighth
century. BC In
2003 a new campaign was conducted archaeological excavations in the South-East
of the site that has provided important new data for the reconstruction of the
life stages of the ancient town. E
'was brought to light a stretch of wall that we did not know the existence,
dating back to the sixth-seventh century. A.D. This
indicates that the village of Casalini resume as early as the age of late
antiquity and the early Middle Ages and extended over a much wider area than
previously thought. A
short distance before the curtain wall was discovered and partially excavated a
tank for water supply that served to withstand any enemy sieges. Around
the tenth century is upgraded to the defensive system of the acropolis, which
is the heart of the citadel, where he lived the Byzantine military commander
with his armed garrison and the clergy: the second curtain wall is equipped
with a three-storey square towers and a door pincer, ie, a
fortified entrance. The
last phase of attendance of the city-fortress of Casalini dates from the
fourteenth century because there are no archaeological evidence suggestive of
an attendance subsequent to that period. Until
a few years ago it was believed that the town of San Sosti was very recently,
the local literature, devoid of any scientific basis, I traced the founding of
the sixteenth century, at the hands of Albanian refugees. But
new archaeological discoveries have not only reversed these theses imaginative,
but have established a complete history of settlement. We
mention some of these findings: the archaeological excavations conducted within
the Church of the Carmine in 2004 have attested with certainty that the first
traces of human settlement date back to prehistoric, ie the X-XII century BC We
found a significant portion of the beat of a prehistoric hut and several
fragments of pottery and painted achromatic dating from that period. I
find this ceramic compared with that of Torre del Mordillo, in the municipality
of Spezzano Albanian and with that of Francavilla Marittima. This
means that the proto-historic village of San Sosti took on a certain
importance, and social policy so as to maintain relations with the major towns
of the Ionian coast. The
ancient town flourishing in Greek attested by the discovery of numerous
findings as a large fragment of an Attic black-figure Skyphos the first half of
the fifth century. BC that
is, a cup to drink the wine, coming from Attica, precisely from the Athenian
influence. But
the most important discovery occurred on the left side of the presbytery here
has been brought to light a dry stone wall to the foundation level which we
found were three shrines, one of which is still intact. This
is what remains of a small urban sanctuary dedicated to a goddess. It
was the custom among the Greeks dig holes in the ground near the sacred
temenos, that is, the sacred precincts of the temple, where they were placed
votive offerings to the gods. From
here comes a great amount of votive pottery and fragments of sculptures of
goddesses and dieting on the throne. particularly
significant are the head of the goddess Athena promakos, three fragments of
female deities in the throne, and a substantial portion of a male statue,
standing naked and be identified with Apollo. These finds date back
to the early fifth century. BC Another
finding of extraordinary importance has happened in a completely random in Via
Cavour, a few meters away from the church of the Carmine. During
the restoration and consolidation of his home, Mr.. Romulus
Vito has found a significant amount of archaeological finds, which were
delivered to the office of the Superintendent of territorial Sybaris. The
finding is the oldest fragment of an ointment jar dating back to the IV-III
century. BC Particularly
interesting is a Sestertio Emperor Vitellius AD 69. During the restoration of
the pavement via Prato, called "u suppuartu" was destroyed another
important archaeological context: in the late medieval paving was still preserved
a section of the paving of the Roman period, from the overburden were collected
and
delivered to the office of the Superintendent territorial part of a larger
transportation Roman amphora from the type Dressel L1, dating from the II-I
century. A.D. achromatic
and numerous fragments of pottery and fragments of cups and bowls in sealed,
beautifully decorated. On
the basis of all these elements can be safely said that the area where now
stands the historic center of San Sosti has been affected by human settlements
since prehistoric age. This
opens new perspectives for research on the location of the city of Artemisia
and the place of discovery of the famous ax hammer Kyniskos.
Angelo Martucci
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